Tutte le frasi di John Fante
- Dal libro: Chiedi alla polvere
“Quelli che vale la pena di amare veramente sono quelli che ti rendono estraneo a te stesso. Quelli che riescono a estirparti dal tuo habitat e dal tuo viaggio, e ti trapiantano in un altro ecosistema, riuscendo a tenerti in vita in quella giungla che non conosci e dove certamente moriresti se non fosse che loro sono lì e ti insegnano i passi i...” (continua)(continua a leggere)
- Dal libro: Chiedi alla polvere
- Dal libro: Chiedi alla polvere
- Dal libro: Chiedi alla polvere
- Dal libro: Chiedi alla polvere
“Qualcosa mi diceva che era pazza; forse aveva soltanto bevuto troppo, ma non importava, non volevo rivederla mai più.”
- Dal libro: Chiedi alla polvere
“Questa sì che era vita: girare, fermarsi e poi proseguire, sempre seguendo il nastro bianco che si snodava lungo la costa sinuosa, liberandosi di ogni tensione, una sigaretta dopo l’altra, e cercando invano delle risposte nell’enigmatico cielo del deserto.”
- Dal libro: Chiedi alla polvere
- Dal libro: Chiedi alla polvere
“Ci saranno momenti di confusione e momenti di desiderio, e altri in cui la mia solitudine verrà alleviata solo dalle lacrime che, come uccellini bagnati, cadranno ad ammorbidire le mie labbra aride. Ma ci sarà consolazione e ci sarà bellezza, come l’amore di qualche fanciulla morta. Ci saranno risate soffocate e la quieta attesa della notte e...” (continua)(continua a leggere)
- Dal libro: Chiedi alla polvere
“Dovevo prendere una decisione nei confronti dell’albergo. O pagavo o me ne andavo: così diceva il biglietto che la padrona mi aveva infilato sotto la porta. Era un bel problema, degno della massima attenzione. Lo risolsi spegnendo la luce e andandomene a letto.”
- Dal libro: Chiedi alla polvere
- Dal libro: Chiedi alla polvere
“Il mare è un mito. Non è mai esistito.”
- Dal libro: Chiedi alla polvere
“L’altezza mi mette paura, e il sangue e i terremoti; per il resto non temo nulla, tranne la morte, il pensiero di mettermi a urlare in mezzo alla folla, l’appendicite, e un attacco di cuore, già, anche questo; così me ne sto seduto nella mia stanza con l’orologio in mano e un dito premuto sulla giugulare, a contare i battiti ascoltando i...” (continua)(continua a leggere)
- Dal libro: Chiedi alla polvere
- Dal libro: Chiedi alla polvere
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