Frasi di Jonathan Raban

“In un paese sottosviluppato non bere l'acqua. In un paese sviluppato non respirare l'aria.”
Jonathan Raban

“Le negazioni troppo enfatiche suggeriscono sempre che ciò che viene negato potrebbe essere ciò che in realtà viene affermato.”
Jonathan Raban

“I libri mi hanno accolto nel loro mondo con generosità, cosa che la maggior parte delle persone non ha fatto. La vita che ho vissuto tra i libri era fatta di agio e libertà, saggezza mondana, sfarzo, eleganza e stile.”
Jonathan Raban

“La città è sempre stata l'incarnazione della speranza e una fonte di sensi di colpa; un sogno inseguito e poi scoperto vano, carente e distruttivo.”
Jonathan Raban

“Ogni Casa Bianca ha avuto i suoi intellettuali, ma pochissimi presidenti sono stati intellettuali a loro volta.”
Jonathan Raban

“Nei romanzi e nelle autobiografie, il primo passo positivo che l'immigrato compie verso l'assimilazione è quello di comprarsi un abito cittadino.”
Jonathan Raban

“I buoni libri di viaggio sono in fondo dei romanzi.”
Jonathan Raban

“In città ci si aggrappa a segni nostalgici e irreali di comunità, ci si rifugia forzatamente in codici, distintivi e circoli; la vita cittadina, fatta di superfici e spostamenti, sembra solitamente troppo pericolosa e impegnativa per essere vissuta con sicurezza.”
Jonathan Raban

“Se viviamo dentro una brutta barzelletta, sta a noi imparare, nel migliore dei casi e nel peggiore, a raccontarla bene.”
Jonathan Raban

“La vita, come insiste la più antica di tutte le metafore, è un viaggio; e il diario di viaggio, nella sua ingannevole simulazione di preparazioni e partenze, ripercorre proprio la frammentazione della vita. Più ancora che il racconto, abbraccia la contingenza delle cose.”
Jonathan Raban

“C'è una continua costrizione americana a stare dalla parte degli angeli. L'opportunità da sola non è mai stata una ragione americana adeguata per fare qualsiasi cosa. Quando le azioni vengono giudicate, vanno davanti al tribunale di Dio, dove la Mamma e la Bandiera stanno fianco a fianco alla Sua presenza.”
Jonathan Raban