Tutte le frasi di Gian Paolo Montali
“Le sconfitte e le amarezze sono il prezzo da pagare per realizzare i sogni. Essere sconfitti è salutare; perdendo vengono a galla difetti e punti deboli. L’unica possibilità che abbiamo a disposizione per migliorarci è che il viaggio sia pieno di difficoltà, che metta a dura prova corpo e mente.”
“Ogni giocatore, in azienda come in campo, deve avere un sogno e sta al Capo scoprirlo, lavorarci e aiutarlo a crescere osservandolo da lontano. Perché la chiave è il sogno. Il segreto che spinge le persone a realizzare cose che mai avrebbero pensato di fare e, soprattutto, di saper fare. Seguire un sogno rende lucidi e vivi, fortissimi.”
“Mettiti in gioco in diversi ruoli e amplia le tue competenze, così da farti trovare pronto di fronte a tutte le sfide.”
“È necessario ricordarsi che il Capo vince o perde sempre assieme alla sua squadra. Sono numerosi i Coach e i manager che attribuiscono una sconfitta alla scarsa concentrazione dei giocatori o alla loro negligenza sul campo. Dimenticando che nella sconfitta la responsabilità appartiene a chi è deputato a condurli.”
“L’idea di performance è sempre stata legata a un risultato agonistico tangibile, come vincere una finale o centrare un budget. Ma pochi considerano che nella maggior parte dei casi la vera performance si raggiunge grazie al comportamento dei giocatori sul campo.”
“La cosa più importante per chi fa Coaching è aiutare le persone a migliorarsi, piuttosto che limitarsi a impartire degli insegnamenti. Uno dei suoi più grandi vantaggi consiste poi nel fatto che, lavorando sul singolo, innalza il livello di prestazione di tutta la squadra.”
“Giocatori che si limitano a condividere passivamente le scelte del loro Capo senza esternare un giudizio, non hanno un atteggiamento utile e costruttivo, anzi.”
“Se i giocatori in campo non eseguono la partitura, la responsabilità è del Capo, perché i suoi compiti sono allenare, addestrare, preparare, istruire. E se non viene ascoltato la colpa è solo sua.”
Quando comincio un nuovo progetto, scelgo persone che sappiano colmare le mie mancanze. I miei buchi neri. Ed è qui che entra in scena il sistema “porta aperta”, dove le eccellenze di ognuno diventeranno l’eccellenza del team.
“Non devi mai abbandonare un progetto in cui credi, anche se, per un motivo o per l’altro, non ha ancora dato i risultati sperati. Significa che non hai camminato abbastanza. Non devi spaventarti se la tua strada non inizia in discesa, perché spesso, infatti, è tutta salita. Le vittorie non arrivano mai perché si azzecca subito tutte le mosse.”
“Quando la definizione dei ruoli e delle competenze non è chiara, quando iniziano a mostrarsi le crepe, le incomprensioni e gli attriti tra i giocatori, difficilmente si riuscirà a creare il clima di cooperazione e unione indispensabile per andare all’attacco delle altre squadre.”
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